Paduano contro Griffith: una locandina … una storia

167

Donato Paduano, pugile professionista di grande valore, era molisano di Ripabottoni. Ha partecipato alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968

Donato PaduanoRIPABOTTONI – Donato Paduano è nato a Ripabottoni (CB) il 28 novembre del 1948 da Gennaro e Giovannina Casacalenda entrambi contadini. Il padre decise, nel 1960, di emigrare per il Canada. Gennaro trovò lavoro come “Jackhammer Operator” (era un operaio di perforazione con martello pneumatico) nel Quebec a Montreal. Nello stesso anno lo raggiunsero Donato e un altro figlio. Già l’anno dopo, Donato, si iscrisse ad una palestra di pugilato e fu l’incontro con Roger Larivée, grande conoscitore di pugilato, a cambiargli la vita.

Dotato di una raffinata “scherma” e di un innato talento, Donato, sbaragliò il campo tra i dilettanti canadesi. Nel 1966 partecipò ai “Giochi del Commonwealth” a Kingston in Giamaica. Nel 1967 vinse la medaglia di bronzo ai Giochi Panamericani di Winnipeg. Nel 1968 il “New York Daily News” gli assegnò il prestigioso “Gloves Championship”.

Nel 1968 fu chiamato a partecipare, con la nazionale del Canada, nella categoria dei Pesi Welter alle Olimpiadi di Città del Messico. In totale tra i dilettanti Paduano vinse ben 83 combattimenti. Subito dopo le “Olimpiadi”, Donato, passò al professionismo. Dopo una serie di sei successi, il 9 dicembre del 1969, conquistò, battendo Joey Durelle, il titolo di campione canadese. Nel 1970 incontrò Marcel Cerdan Jr. (figlio del leggendario Marcel Cerdan campione del mondo dei pesi medi). Nel giovane, Marcel Cerdan Jr., i francesi riponevano grandi speranze viste le sue 48 vittorie consecutive.

Ma proprio conto il pugile molisano, Cerdan, conobbe, l’11 maggio del 1970 al “Madison Square Garden” di New York, la prima amara sconfitta. Dopo questa vittoria sembrò schiudersi per Paduano la strada del campionato del mondo. Ma le successive due sconfitte consecutive (con lo scozzese Ken Buchanan e con il connazionale Clyde Gray) lo misero fuori gioco. Intanto si era guadagnato, lui alto 167 cm. per 71 kg., il soprannome di “”L’Ange du Ring”. E aveva sposto Linda. La mancata opportunità di combattere per il titolo mondiale lo ridimensionò e, forse, gli fece perdere la sua proverbiale determinazione. Continuò a combattere, soprattutto in Quebec, ottenendo sempre ottimi risultati. Appese i guantoni nel 1975. Poi però lo richiamarono sul ring per altri quattro combattimenti. Nel 1980 concluse definitivamente la sua carriera. In totale, tra i professionisti, ha ottenuto 55 vittorie, dieci sconfitte e due pareggi. Ha combattuto una sola volta in Italia, 14 marzo 1975, a Milano contro Roberto Benacquista.

Si è battuto, sconfitto ai punti, anche con il grande Emile Griffith (indimenticabili i tre suoi incontri con Nino Benvenuti) a Montreal nel 1974. Quando si ritirò la prima volta disse: “trovo noioso l’andare in palestra”. Ottenne un buon lavoro alla “Pepsi Cola” come uomo delle pubbliche relazioni. Ma poi disse al giornalista Ronald King di “La Presse”: “Mi stavo chiedendo cosa stavo facendo lì, non potevo accettare di non essere riconosciuto per la strada, cercavo il mio nome sui giornali, non potevo accettare di essere un pugile in pensione”. Dopo aver smesso, trascorse tre anni festeggiando come se volesse recuperare il tempo perduto per i sacrifici che la boxe gli aveva richiesto. Purtroppo poi incappò in qualche guaio giudiziario. Infine è tornato a vivere con i suoi genitori. Secondo il “Myboxingfan”: “Era duro e senza paura”.

A cura di Geremia Mancini