Così il sindaco di Capracotta, Candido Paglione. “Un ulteriore elemento di forte disgregazione territoriale è rappresentato poi dal fatto che le regioni potranno gestire in piena autonomia perfino le retribuzioni e i contratti di lavoro del personale sanitario”, aggiunge. “È evidente, quindi, che laddove ci sono le risorse e il sistema della sanità funziona anche i medici saranno invogliati ad andare a lavorare. In questo modo si completerà il processo di depauperamento professionale, umano e strutturale degli ospedali del Centro-Sud. E così l’Italia tornerà alla sanità che esisteva prima del 1978, con il sistema delle casse mutue, quando non era ancora stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale”.
Oggi “non ci sono più le mutue, ma esistono le assicurazioni in campo sanitario che aumenteranno ancora di più la forbice tra i ricchi e gli indigenti e aiuteranno lo smantellamento progressivo della sanità pubblica. Lo scorso 17 marzo a Napoli, insieme a tanti sindaci del mezzogiorno, abbiamo partecipato ad una manifestazione proprio per contrastare quella che, a tutti gli effetti, non è altro che una vera e propria “secessione dei ricchi” e che serve solo ad alimentare gli egoismi territoriali e le disuguaglianze. A questo punto non rimane che la strada della proposta di Legge Costituzionale di iniziativa popolare per bloccare il Decreto Calderoli. Servirebbe un’azione forte rivolta verso il Governo centrale. Ma chi ha la forza politica per farlo? I nostri Parlamentari farebbero bene ad alzare la voce in questo momento decisivo per il futuro della nostra regione”, conclude Paglione.
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