“Tuttavia, nonostante la difficoltà del momento, credo che non è certo il caso di rassegnarsi – aggiunge – Anzi, io penso, invece, che adesso più che mai occorra insistere per ottenere il pieno riconoscimento dell’ospedale di area disagiata. È l’unica strada percorribile per salvare il presidio e con esso i diritti dei cittadini di una zona che è già fortemente penalizzata sotto diversi punti di vista. E i fondi potrebbero essere reperiti con relativa facilità, facendo ad esempio ricorso alle risorse del Recovery Fund”.
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