Caro Presidente,
ho aspettato prima di scrivere questa lettera. Lo faccio adesso, alla vigilia di Natale, di questo che sarà sicuramente un Natale particolare per il difficile momento che tutto il mondo sta vivendo ormai da quasi un anno a causa della grave pandemia che ci ha colpiti. Le province, come noto, sono in fase di riorganizzazione dopo la bocciatura del referendum costituzionale di tre anni fa, il loro ruolo è ancora in via di ridefinizione e tra le competenze ancora in capo a questo importante Ente intermedio ce n’è una che sta particolarmente a cuore alla nostra comunità: la viabilità e l’organizzazione del piano neve.
I motivi del mio interesse sono facilmente intuibili: vivo, lavoro e ho la responsabilità della guida del paese più “alto” e per questo anche più disagiato della nostra regione, Capracotta appunto. Sono testimone, dunque, delle difficoltà che quotidianamente, in particolare d’inverno, le nostre realtà si trovano a dover fronteggiare. Purtroppo, dalle nostre parti la neve che sembrava potesse essere una risorsa, rischia di tornare ad essere vista come un problema, a differenza di quello che accade altrove. Ecco, quello che ti chiedo – conoscendo la tua sensibilità al riguardo – è un impegno speciale per le nostre aree interne, per le nostre montagne. Perché le difficoltà possano essere affrontate con la giusta determinazione e perché da esse si possa trarre occasione per guardare avanti.
La sfida che abbiamo davanti oggi è quella di provare a ricreare un clima di fiducia nelle nostre popolazioni, tra i lavoratori e gli studenti pendolari e le persone anziane che ancora vivono e resistono sulle nostre montagne. E la fiducia riparte se le nostre popolazioni, tra le altre cose, potranno avere la certezza – non la semplice speranza – che nei momenti più difficili, quando appunto la bufera di neve impedisce ogni forma di mobilità, allora c’è comunque qualcuno che si prende cura di chi è in condizioni di bisogno. Riacquistare questa fiducia equivale a non avere più paura dell’inverno e delle bufere e a guardare nuovamente alla neve come una opportunità e non come una sciagura.
Occorre, per questo, personale esperto e qualificato per guidare i mezzi che liberano le strade dalla neve, occorrono mezzi moderni e risorse adeguate. Spero, per questo, che non vada disperso tutto il patrimonio di esperienze e di competenze che nel passato ha caratterizzato l’operato della nostra provincia. E’ senz’altro giusto fare ogni sforzo per eliminare le spese superflue, ma non è corretto creare risparmi ed economie correndo il rischio di abbassare la sicurezza dei cittadini e, in questo caso, di quelli che vivono nei territori più difficili. So che tutto questo non è facile, soprattutto di questi tempi.
Ma con un po’ di buona volontà io credo che si debba puntare a ricostituire una squadra che sia localizzata fisicamente a Capracotta – con autonomia operativa e mezzi a disposizione, anche con l’aiuto dei privati – con personale che possa guidare i mezzi di proprietà della Provincia, evitando il rischio di tenerli in garage in caso di bisogno. Ti chiedo, infine, di fare ogni sforzo possibile perché la Strada provinciale 84 “Istonio Sangrina” che da Pescopennataro porta a Castel del Giudice possa essere riaperta al traffico subito. Il sacrificio che si chiede alle popolazioni del Molise Altissimo, credimi, non è sostenibile. Di questo passo tra un po’ non parleremo più di semplice spopolamento, ma di autentica desertificazione dei nostri comuni.
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