La storia in scena: siamo in un bar dei quartieri spagnoli, colorato dagli archetipi della società partenopea, tra una sfogliatella, un fritto fumante e l’ultimo pettegolezzo, con il sottofondo di un chiacchiericcio diffuso che rappresenta molto la città. Siamo soprattutto prima e dopo la partita degli Azzurri, dove un gruppo variegato delle stesse persone di sempre, si dà appuntamento per commentare i fatti calcistici e non della settimana.
Ciascuno svela non solo la propria natura di tifoso ma anche quella umana tout court, svelando l’umore e la storia di una città meravigliosa che resta da sempre un vero e proprio teatro all’aperto. È una storia dedicata al calcio, quello in cui la passione si trasforma in “malattia”, ma è anche una storia dedicata a Napoli, al sentimento di una città intera per la sua squadra e per tutti i campioni che l’hanno attraversata. Perché a Napoli il tempo si ferma tra una domenica pomeriggio e l’altra, quando tutti si raccolgono intorno ad un pallone e le differenze sociali sbiadiscono fino a scomparire per “Il Resto della Settimana”.
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