Ne dà notizia il coordinamento Pizzone II, aggiungendo: “Riteniamo che l’ulteriore sospensione sia contraria alle norme che disciplinano il procedimento di V.I.A. (Valutazione d’impatto ambientale) per i progetti ricadenti nel PNIEC-PNRR nell’ambito dei quali i giorni di sospensione massimi previsti sono 120 come recita in maniera inequivocabile l’art.24 del Testo Unico dell’Ambiente che alleghiamo, pena, secondo la norma, l’obbligatoria archiviazione del progetto in mancanza della documentazione. I dirigenti ministeriali quali norme stanno applicando?”.
Tra l’altro, evidenzia il coordinamento, “l’Ente Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, autorità con competenze ambientali, ha dichiarato il progetto improcedibile. Pertanto il ministero avrebbe quindi dovuto semplicemente archiviare definitivamente il procedimento visto che le norme generali della pubblica amministrazione vietano di appesantire inutilmente i procedimenti amministrativi. Comprendiamo che Enel abbia rilevanti interessi economici a portare avanti l’iniziativa sempre e comunque, ma il Ministero dovrebbe applicare quanto previsto dalle norme poste a tutela dell’ambiente”.
Il coordinamento No Pizzone stigmatizza quindi quanto fatto dal Ministero nello sfidare le prescrizioni normative in vigore: “Di fronte al comportamento del Ministero dell’Ambiente, su cui ci riserviamo di agire nelle sedi opportune, anche impugnando gli atti illegittimi, siamo noi a invitare l’Enel a ritirare definitivamente il progetto Pizzone II”. Il Coordinamento No Pizzone II, già contrario al progetto iniziale, considererà “inaccettabile” qualunque progetto “uscirà dal cappello dell’Enel”.
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