Basti pensare alla cosiddetta gig economy, un modello basato sul lavoro a chiamata, contraddistinto dall’elemento della occasionalità e su prestazioni di lavoro autonome. Non è possibile affrontare tale fase con un approccio ideologico fondato su schemi tipici del secolo scorso. Occorre dunque agevolare tale evoluzione puntando su un programma di politiche attive orientato al medio e lungo periodo, che favorisca la formazione e la ricollocazione dei lavoratori intercettando la richiesta di personale qualificato, e anche dei giovani, da parte delle imprese. È indispensabile dunque intervenire per favorire il turnover nella pubblica amministrazione ed eliminare le rigidità burocratiche che ostacolano l’incontro fra domanda e offerta di lavoro, all’interno di un mercato sempre più fluido e dinamico”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle misure necessarie per rispondere alle trasformazioni in corso nel mondo del lavoro.
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