“Portami a Napoli. Maria Amalia di Sassonia, due Regni e una città nel cuore” (Fazzi Editore).
Trasformare il racconto di una dolorosa e lunga agonia in una storia d’amore, fatta di coniugale tenerezza e soffusa di nostalgia e, a sbalzo, nel racconto stesso scolpire una narrazione storica ricca, rigorosa, puntigliosamente sostenuta da una profonda conoscenza della storia del Regno di Napoli, nel contesto europeo e della Spagna del ‘700. È possibile? Senza travolgere il lettore nella fatica impegnativa di seguire, tra presente e passato, personaggi, fatti, tempi ed eventi, sì da fiaccarne l’attenzione. È possibile? A dirlo sembrerebbe di no. Eppure l’ardua impresa riesce a Nadia Verdile, grazie alla magia della sua invenzione del flashback narrante. L’autrice costruisce così un’avvincente sequenza, di passaggi agili e veloci di protagonisti in presenza, alternati a corposi rinvii in remoto, lampi narranti all’indietro nel tempo, nell’ampio quadro storico in cui si dipana la vicenda del fine vita di Amalia di Sassonia, Regina di Napoli e poi di Spagna, con accanto il suo coniuge e Re, Carlo di Borbone. Commovente e umana la vicenda della Donna colpita dalla malattia, di cui ha lucida consapevolezza, e dell’Uomo innamorato e incatenato dalle regali responsabilità, che gli impedirono di esaudire l’ultimo desiderio dell’Amata: “Portami a Napoli…”. Per il lettore, l’eleganza di una prosa raffinata e scorrevole, perfino modulata nei toni appropriati ai vari segmenti del racconto, tra i quali l’autrice, casertana, riesce ad innestare, con consumata destrezza, concepimento e gestazione di quel dono immortale che i reali di Napoli fecero a Caserta, all’Europa e al mondo intero, quale fu, è e resterà la Reggia di Caserta. Anche Portici fu amata e vissuta dalla regina Maria Amalia, nacquero lì alcuni suoi figli, e visse con gioia diversi anni belli.
Alcune parole di Manuela Piancastelli, illustre giornalista e scrittrice italiana, all’anteprima del libro che si è tenuta nella Reggia di Caserta: «Stasera qui festeggiamo almeno due nascite: 300 anni fa quella di Maria Amalia di Sassonia e la nascita di questo libro. Alla prima non ho assistito ma alla seconda sì. E ve la voglio raccontare. Ma prima due parole sulle protagoniste di questa serata: Maria Amalia di Wettin, regina-bambina per destino scritto dalla politica delle alleanze europee che diventa regina-donna per scelta, colta, moderna, amante delle arti, volitiva e capace di influenzare non poco Carlo di Borbone. L’altra protagonista è Nadia Verdile, giornalista coraggiosa e di rara onestà intellettuale, scrittrice che proprio dalla storia trae lo spunto per i suoi libri, oltre una ventina, la gran parte dei quali sono incentrati su figure femminili, da Matilde Serao alla brigantessa Michelina Di Cesare, da Cristina Trivulzio a Maria Luisa, nipote proprio di Maria Amalia. Storia che Nadia affronta con piglio da ricercatrice vera, appassionata, cercando sempre le fonti, lettere, documenti perché i suoi studi, sin dall’epoca dell’università, l’hanno abituata a fare così, a non fare il copia e incolla ma a sporcarsi le mani con la polvere delle biblioteche».
Nadia Verdile
Nadia Verdile è nata a Napoli, vive a Caserta, le sue radici sono molisane. Docente, scrittrice e giornalista, collabora con il quotidiano Il Mattino. Ventitré libri tra testi monografici e didattici, come storica, da anni, dedica le sue ricerche alla riscrittura della Storia delle Donne. Sue voci sono nel Dizionario biografico degli Italiani di Treccani. È direttrice della Collana editoriale “Italiane” di Pacini Fazzi Editore. Ottimista di natura, è intollerante verso stereotipi e pregiudizi. Ultimi premi: 2023 – Premio “Donna Più” – Fidapa BPW Italy; 2021 – Premio Nazionale RinnovaMenti per il libro Carne Viva – Miglior Opera; 2021 – Premio Nazionale “Federico Del Prete” – sezione Giornalismo; 2020 – Premio Nazionale “Virgilio” per il libro Regine.
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