Sarà in esposizione dal 27 novembre al 06 gennaio 2019, all’ingresso principale dell’Istituto Neuromed di Pozzilli
POZZILLI – Si sviluppa su una superficie rettangolare di circa otto metri quadri ed è osservabile su tutti e quattro i lati. È animato da una cinquantina di pastori di terracotta, vestiti con stoffe stile Settecento napoletano; arricchiscono le scene di vita popolare animali da cortile, carretti, tavoli imbanditi, banchi di frutta e verdura, di pesce e carni, di formaggi e salumi.
Le scene sono ambientate nella città di Torre del Greco, in provincia di Napoli, paese natale dell’artista Claudio Villano, residente da oltre venticinque anni nella cittadina molisana di Venafro.
Torre del Greco, “città di lava e corallo ai piedi del Vesuvio”, festeggia quest’anno il suo parroco Vincenzo Romano, precursore della carità sociale nella Chiesa dei nostri giorni, proclamato santo il 14 ottobre da papa Francesco.
In seguito all’eruzione del Vesuvio del 15 giugno del 1794, il campanile della Basilica di Santa Croce in Torre del Greco venne parzialmente seppellito dalla lava e rimase inghiottito dalla colata per circa 12 metri. Il parroco Vincenzo Romano, che lavorò insieme agli operai per ricostruire la città andata distrutta dall’eruzione del Vesuvio, si dedicò intensamente alla formazione delle coscienze e all’evangelizzazione sia del clero che di tutto il popolo torrese.
Nel presepe la natività sorge su quello che resta dell’attuale campanile della Basilica di Santa Croce, perché come il campanile rappresenta per i torresi la rinascita della città dopo l’eruzione, così la Venuta di Gesù simboleggia per i Cristiani la rinascita dell’uomo nuovo.
Altro simbolo di Torre del Greco è il corallo, che sul presepe viene donato a Gesù Bambino dal re magio Gasparre. Un’altra scena rappresentata sul presepe è la storica visita di Papa Giovanni Paolo II nella casa dell’allora Beato Vincenzo Romano, avvenuta la domenica dell’11 novembre 1990.
Ai piedi della scena centrale della natività si può osservare quella del re magio Baldassarre intento a porgere il suo dono al povero mendicante, richiamando il tema principale del presepe riguardante la carità sociale.
Davanti alla Natività si possono notare dei cesti di pane e di uva, simbolo dell’Eucarestia, mentre il cesto con i pesci richiama l’antica simbologia dei cristiani, rinati a nuova vita nelle acque battesimali; il libro aperto simboleggia il Vangelo “Parola di Vita”, il pane della nuova Umanità. Infine il bastone a cui S. Giuseppe si sostiene, simboleggia la croce che sosterrà il Cristo sul Calvario e attraverso la quale l’intera Umanità verrà salvata.