Gli esperti del Coordinamento hanno illustrato le principali criticità in merito alla sostenibilità ambientale, sociale e normativa del progetto che, se approvato, causerà gravi danni ambientali, economici e sociali a un territorio di inestimabile valore ecologico e culturale: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) e le aree di protezione esterna. Il progetto dell’Enel viola molteplici normative italiane ed europee in materia di tutela ambientale e rappresenta una minaccia diretta per la biodiversità, la sicurezza geologica, la conservazione della risorsa idrica e lo sviluppo economico delle comunità locali. Ecco alcune delle criticità rilevate dal Coordinamento:
● In base alla normativa, gli interventi previsti dai PNRR nazionali non devono arrecare nessun danno significativo all’ambiente; inoltre i due laghi con le infrastrutture dell’attuale centrale in base non rientrano tra siti idonei all’installazione di impianti da fonti rinnovabili.
● L’area interessata dal progetto è caratterizzata da insuperabili criticità geologiche, idrogeologiche e sismiche, con un elevatissimo rischio di interferenza tra le opere previste e il regime delle acque sotterranee.
● A causa dei pompaggi verrà messa fortemente a rischio la qualità dell’acqua del Lago di Montagna Spaccata, oggi utilizzata per scopi idropotabili dal Comune di Alfedena.
● La presenza di cantieri, il rumore delle trivelle, le vibrazioni causate dagli scavi con enormi macchinari allontaneranno gli orsi da un’area – le montagne della Meta e delle Mainarde – che è per loro di vitale importanza, mentre il traffico stradale associato sarà una fonte di pericolo, considerato che gli investimenti stradali sono la principale causa di mortalità per la popolazione di orso bruno marsicano, di cui si contano solo 51 esemplari.
● Il progetto dell’Enel punta, sostanzialmente, al ‘saccheggio‘. Ad un territorio con molte fragilità, faticosamente alla ricerca di un virtuoso equilibrio tra necessità economico-sociali e l’immenso patrimonio naturalistico di cui dispone, si chiede di sottoporre ad un vero e proprio trauma sia le attività turistiche e ricettive già operanti sia quelle in fase di partenza.
Insomma, il progetto dell’Enel sarebbe un vero e proprio disastro per questo territorio. E infatti, anche nella sua versione “ridotta”, ha suscitato una reazione travolgente, con un’ondata straordinaria di pareri negativi. Ad oggi, associazioni, enti e un vasto numero di cittadini hanno prodotto ben 69 documenti di osservazioni e 6 pareri formali pressoché unanimi (N.B. la loro pubblicazione sul sito del Ministero non è terminata, il numero crescerà): la stragrande maggioranza esprime una netta contrarietà al progetto, chiedendone il rigetto formale. Anche quei contributi espressi con un tono meno categorico segnalano comunque criticità insormontabili.
“L’elevatissima qualità e autorevolezza delle relazioni critiche presentate è un segnale inequivocabile”, afferma il Coordinamento. Il Parco Nazionale (PNALM), attraverso uno studio accurato, ha ricostruito in modo meticoloso le complesse dinamiche di tutela che regolano un territorio sottoposto a vincoli così rigidi. La struttura tecnica della Regione Molise ha emesso giudizi inappellabili riguardo alle fragilità del territorio, confermando l’incompatibilità del progetto con la sua salvaguardia. Numerose associazioni, tra cui il WWF Italia, hanno sottolineato lo straordinario valore dell’ecosistema, ribadendo la priorità della sua protezione.
Centinaia, migliaia di cittadini hanno manifestato il loro profondo amore per questo territorio unico, esprimendo con fermezza la volontà di opporsi a quello che considerano uno scempio rappresentato da Pizzone II. La loro determinazione è chiara: difenderanno questo patrimonio con ogni mezzo civile e pacifico possibile, per evitare che venga compromesso.
“Era già evidente con il primo progetto, ed è ancora più evidente con la revisione depositata, che l’incompatibilità del progetto è insuperabile”, scrive il Coordinamento No Pizzone II, che invita l’Enel “a non presentare contro-deduzioni alle osservazioni ricevute, poiché ciò mostrerebbe solo il tentativo di giustificare l’indifendibile e negare la realtà dei fatti. Le suggeriamo di evitare ulteriori danni alla propria immagine procedendo al definitivo ritiro del progetto Pizzone II”.
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