CAMOPOBASSO – Sabato 16 Febbraio, dalle 9 alle 13, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Campobasso organizza a Termoli, presso l’Hotel Meridiano, un corso di formazione intitolato “Progetti condivisi per la salute mentale: i servizi specialistici e la medicina del territorio”.
Introdurrà i temi il Presidente dell’Ordine, la dr.ssa Carolina De Vincenzo, per dare la parola al relatore, il Dr. Angelo Malinconico, Direttore dei Servizi per la Salute Mentale del Basso Molise.
Il tema è particolarmente impegnativo. Infatti, le sfide che deve affrontare la psichiatria (e più in generale la tutela della Salute Mentale) richiedono aggiornamenti continui: i pazienti affetti da doppie diagnosi (quindi la presenza di disturbi psichiatrici con assunzione di sostanze stupefacenti, alcool, farmaci), l’adolescenza critica, i dimessi dagli Ospedali psichiatrici giudiziari (quelli comunemente conosciuti come “manicomi criminali”), i giovani affetti da disturbi alimentari.
Tali programmi vedono impegnate, in misura sempre maggiore, tutte le professionalità presenti in un Centro di Salute Mentale e in un Reparto di Psichiatria: medici, psicologi, assistenti sociali, infermieri; ma richiedono sempre maggiori sinergie con la Medicina Generale i Servizi Socio-sanitari del territorio.
Il Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale (PANSM) rappresenta attualmente l’alveo nel quale si devono incanalare tutti i programmi per la salute mentale, che in gergo tecnico si sostanziano nella costruzione del Progetto Terapeutico Individualizzato. Emerge chiaramente che il settore sanitario da solo non può fornire tutti i servizi necessari e non può rispondere a tutti i bisogni per la promozione della salute mentale e la prevenzione dei disturbi psichici. Inoltre l’area dell’infanzia e dell’adolescenza richiede formazione, competenze e modelli di intervento multiprofessionali specifici.
Si rende pertanto necessario che i percorsi di cura debbano essere realizzati sia da parte dei servizi specialistici per la salute mentale, sia attraverso l’integrazione con la rete dei servizi sanitari, sociali e educativi, formali e informali, istituzionali e non, presenti sul territorio.
Fondamentalmente sono due i princìpi guida da applicare: privilegiare la metodologia del “partire dal basso”, valorizzando le buone pratiche esistenti a livello locale; assumere come cornice di riferimento la psichiatria e la neuropsichiatria infantile di comunità, promuovendo e rilanciando il lavoro nel territorio.
Il Piano d’Azione contempla tre modalità di approccio alle problematiche psichiatriche:
1) la collaborazione/consulenza: una modalità di lavoro organizzata tra il Centro di Salute Mentale (il CSM) e la medicina generale, i servizi di neuropsichiatria infantile, i servizi psicologici e sociali per gli utenti che non necessitano di cure specialistiche continuative;
2) l’assunzione in cura, cioè il percorso di trattamento per gli utenti che necessitano di trattamento
specialistico ma non di interventi complessi e multiprofessionali;
3) la vera presa in carico, cioè il percorso di trattamento complesso e integrato per gli utenti che presentano bisogni complessi e necessitano di una valutazione multidimensionale.
É appunto quest’ultimo target a richiedere il percorso clinico di “presa in carico”, che prevede la definizione di un Piano di Trattamento Individuale (o Progetto Terapeutico Individualizzato) per il singolo utente, del suo nucleo familiare e del tessuto sociale cui appartiene.
La giornata di studio è stata tarata per aprire nuove prospettive di gestione dei portatori di disagio psichico, nel rispetto della persona e delle sue problematiche, legate direttamente al disturbo, così come alle difficoltà di integrazione sociale, quasi sempre presenti nel contesto di appartenenza.
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