L’ambiente di apprendimento rappresenta una dimensione metodologico-didattica privilegiata per valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni, attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, favorire l’esplorazione e la scoperta, incoraggiare l’apprendimento collaborativo, promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere, realizzare attività didattiche in forma di laboratorio.
Scompare così l’aula come spazio unico della classe per tutto l’anno e per tutte le discipline: gli studenti sono sempre in movimento, ordinato, responsabile e indipendente. In base all’orario delle lezioni raggiungono una delle cinque aule: “aula Darwin” (Scienze), “aula Archimede” (Matematica), “aula Einstein” (Fisica) e “aula Turing” (Informatica), “aula Galileo” (Astronomia), allestite con attrezzature e arredi diversi, colorati e adatti ad attività didattiche differenti, dove l’insegnante della materia prevista per quell’ora li aspetta e li accoglie.
La prof.ssa Rachele Iannacci riferisce che nelle nuove aule gli studenti possono muoversi più liberamente e, attraverso l’uso della tecnologia, esprimere al meglio le proprie capacità. E gli spostamenti? «Avvengono ordinatamente nell’arco di pochissimi minuti, durante i quali gli alunni possono recarsi ai propri armadietti, situati lungo il corridoio, per prelevare o depositare i materiali (libri, quaderni, strumenti vari…). É piacevole e distensivo per i ragazzi anche “staccare” per qualche minuto, per recuperare una migliore concentrazione per il lavoro successivo».
La prof.ssa Marianna Di Marco precisa: «Una scuola così strutturata mette in moto nuove dinamiche didattiche, favorisce la voglia di lavorare in gruppo e aumenta la motivazione. Un ambiente condiviso da tutti favorisce, inoltre, il senso di responsabilità e il senso civico dei ragazzi».
«La nostra scuola ha iniziato da tempo un percorso di progressiva valorizzazione di metodologie didattiche innovative», ricorda la Dirigente, dott.ssa Concetta Rita Niro, «sperimentando e verificando sul campo di anno in anno proposte e idee che partono proprio dai docenti, dai loro quotidiani tentativi di mettersi sempre più in sintonia con i giovani di cui curano la formazione, intercettandone i differenti stili cognitivi, coinvolgendoli nell’impostazione del lavoro, esaltandone i talenti e la capacità di responsabilità».
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