Progetto Pizzone II, Comitato: “Prime repliche surreali da parte di Enel alla valanga di osservazioni contrarie”

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PIZZONE – “Enel, in evidente difficoltà davanti alla marea di osservazioni tecniche contrarie al progetto Pizzone II depositate da Enti, associazioni e cittadini è riuscita a inviare al Ministero dell’Ambiente un primo documento di contro-replica ad alcune delle osservazioni basato su continui rinvii ai documenti già depositati e su cui appunto le osservazioni erano fatte (!) e, addirittura, a dati ancora da raccogliere! Infatti su temi fondamentali come l’impatto sulla fauna e la flora del Parco nazionale è un continuo rimando a studi che verranno svolti solo a seguito dell’approvazione, in questo modo ammettendo l’incompletezza, la parzialità e l’insufficienza censurata proprio da enti e cittadini che stigmatizzavano la durata del lavoro sul campo in poco più di un mese e non nell’intero corso dell’anno, come se gli animali e le piante non vivessero 12 mesi. A questo punto viene da chiedersi: come si può valutare l’impatto di un progetto se i documenti sono palesemente carenti?”. Così il Coordinamento No Pizzone II.

“Qual è la scusante addotta da Enel? Le scadenze date dalla proroga del ministero. Ma se il Ministero aveva concesso proprio un anno intero rendendo possibile appunto la raccolta completa delle obbligatorie informazioni ambientali! Lo stesso dicasi su un altro punto fondamentale, quello dell’impatto idrogeologico sull’acqua sotterranea. Anche qui Enel, che aveva chiesto la proroga proprio per fare i sondaggi geognostici, rivela che li farà… a progetto approvato! Sul rischio sismico sollevato da diversi soggetti, data la presenza di faglie attive e capaci, è anche peggio, un vero e proprio gioco a rimpiattino: l’azienda risponde che esistono documenti, rimasti ignoti nella procedura di V.I.A., inviati al Ministero delle Infrastrutture che li deve valutare. Peccato che è nella procedura di V.I.A. presso il Ministero dell’Ambiente che devono essere valutati tutti i rischi, compreso quello sismico, con documenti che devono essere oggetto di scrutinio anche pubblico”, aggiunge il Coordinamento.

“Cosa dire poi della risposta alle osservazioni del Parco d’Abruzzo in cui Enel in maniera piuttosto saccente sostiene che bisogna pensare al clima: detto a un’area protetta da un’azienda che gestisce e fa utili ancora oggi con le centrali a carbone fa un certo effetto! Infine, e siamo alla sezione “perle”, alla soprintendenza che faceva notare che le opere di compensazione potevano comportare esse stesse un impatto negativo Enel riesce a rispondere così: “Le misure di compensazione che figurano all’interno degli elaborati sono da ritenersi delle suggestioni di carattere indicativo, non vincolanti dal punto di vista delle scelte progettuali, e che già si riteneva fossero destinate ad un iter autorizzativo separato”. Insomma, degli specchietti per le allodole per amministrazioni compiacenti. Il progetto Pizzone II continua a rilevarsi per quello che è: un intervento totalmente insostenibile dove solo piroette e capriole lessicali possono nascondere l’unico vero intento, quello di fare affari a discapito di un paesaggio unico”, conclude il Coordinamento.