Un romanzo di formazione che affronta il tragico avvenimento da un punto di vista diverso: quello delle vittime civili che l’autrice coglie nelle loro attività quotidiane prima che vengano sorprese dalla pioggia di bombe a opera degli Alleati.
Pagina dopo pagina, s’incontrano volti e nomi, mani affaccendate, tra le ciarle dinanzi alle botteghe, le grida dei monelli intenti nei loro giochi, rimbalzi di palloni e un po’ di speranza riconquistata grazie al recente armistizio, mentre lo sguardo si perde fra vicoli, strade, piazze, slarghi e palazzi, arrivando fin dentro le case. E proprio “di casa” sa questo romanzo, che è una lente di ingrandimento per coloro che la Storia l’hanno subita e non scelta, pagando il prezzo più alto. Sogni spezzati, giochi interrotti a cui Andreina Di Girolamo ridona vita e dignità, per tutti coloro che hanno guardato, quel giorno di settembre, con quel sole premonitore, per l’ultima volta quel pezzo di cielo portatore di morte.
Tra geografia di luoghi e geografia del cuore, il libro offre interessanti spunti di riflessione su un argomento, quello della guerra, purtroppo ancora attuale.
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