Nadia Fanelli (1977, Castel Goffredo, MN – www.nadiafanelli.it).
Diplomata presso l’Istituto d’Arte “Giulio Romano” e successivamente presso la Scuola di Restauro della Facoltà di Beni Culturali di Mantova, nel novembre 2014 inaugura la sua prima personale a Milano alla Galleria Statuto13 per la quale riceve una recensione ufficiale sul Wall Street Journal International Italia. Nell’estate 2017 partecipa alla Master Class di Infinity, esposizione di respiro internazionale che la porta a farsi conoscere in Europa, tra a Sabbioneta, Londra e Dubrovnik.
Degne di nota sono poi: nel novembre 2018 vince il Premio Internazionale “Michelangelo Buonarroti” di Forte dei Marmi (LU) con l’opera “Last Look” e presenta a Berlino “Profili d’Artista”, catalogo edito ancora da Mondadori nel quale viene inserita, con una sua intervista, tra gli artisti emergenti più interessanti. Nel marzo 2019 la rivista ArteIn World le dedica “l’altra copertina” con un corposo focus sulla sua produzione; nello stesso periodo partecipa alla collettiva “Dissolvenze” a cura di Enrica Feltracco, Massimiliano Sabbion e Matteo Vanzan presso il Museo Diocesano di Padova. Inoltre, a partire dal mese di giugno, alcuni dei suoi lavori sono esposti presso la nuova sede dell’Università Bocconi di Milano. Nel marzo 2020 la sua presenza presso l’Istituzione milanese si rende ancor più esplicita esponendo all’interno degli ambienti della BAG – Bocconi Art Gallery. Del dicembre 2020 la personale “Le Forme della Memoria” presso Palazzo Cenci di Roma a cura della Galleria DeniArte. Nel gennaio 2022 espone presso il Museo Civico di Asolo (TV) in occasione dell’evento “Un Bacio ancora. L’arte contemporanea racconta” a cura di Massimiliano Sabbion ed Enrica Feltracco. Vive e lavora a Castel Goffredo, Mantova. Attualmente collabora con: Galleria Ferrero (www.galleriaferrero.com), DeniArte (www.deniarte.com) e Bel Air Fine Art (www.belairfineart.com/en).
L’idea di Raccontami [attese] si sviluppa oggi come progetto pittorico organico sulla base delle riflessioni maturate durante il forzato isolamento dovuto alla pandemia: che peso dare alle consuetudini sociali? La percezione dell’importanza consegnata al momento salvifico dell’incontro non è latente ed effimera ma reale e impellente: Nadia Fanelli immagina quindi un universo fatto di memoria liquida e ricordo instabile, dove realtà e sogno si fondono. La pittura torna protagonista mediante due fattori: estrema semplicità formale e complesse capacità tecniche per le quali il concetto di “tempo” diventa basilare. Un tempo variabile che dilata gli oggetti, i luoghi, i suoi personaggi mediante una lente percettiva del tutto personale: e tutto riaffiora dal mare di una memoria che fatica a mettere a fuoco volti e avvenimenti, di contro alla certezza fisica di una pennellata che conosce la stratificazione degli stadi tonali e l’individuazione di una pura forma astratta a generare la totalità della figura. Alla base del suo lavoro sta la necessità impellente di superare i concetti di figurativo e di astratto assieme, di rimanere in equilibrio sul filo di una dualità di lettura che faccia dell’assioma “vicino/lontano” il proprio cardine esecutivo: dunque – come accade per le operazioni di restauro pittorico di cui lei è esperta – la distanza diventa carattere fondamentale. Vi è infine la questione della liquidità, sensazione di fatto legata molto più alla natura della nostra epoca di quanto non lo sia al semplice elemento. Un’epoca in effetti estremamente volubile, elusiva e illusoria, in balìa di un mutamento continuo che non è metamorfosi quanto piuttosto instabilità. Il risultato ottenuto è quello di un nuovo grafismo pittorico con il quale poter codificare la realtà percepita sulla tela attraverso una traccia pittorica multipla che accetta e ingloba in sé la prima idea così come il ripensamento.
FINISSAGE
30/07/ 2023 ore 18:30
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