I film offerti dalla rassegna sarda, del resto, si caratterizzano per un ampio spettro tematico che aiutano a leggere le molte facce della realtà e della cultura isolana. A Campobasso saranno mostrati in rapida sequenza quattro film che, con diverse declinazioni stilistiche, propongono voci e immagini che superano i confini della Sardegna per rivolgersi ad altre realtà e culture. Vediamoli adesso più da vicino:
È il 12 aprile del 1970. Federico e Matteo stanno ascoltando la radiocronaca della partita Cagliari-Bari in un circolo del Poetto. In una pausa tra il primo e il secondo tempo Federico racconta a Matteo del telefilm che ha visto la sera prima in televisione. Si tratta di “Ai confini della realtà” e parla di una porta spazio-tempo che permette di viaggiare cinquant’anni in avanti. La partita finisce, il Cagliari ha vinto lo scudetto, Federico e Matteo si apprestano a uscire dal circolo per festeggiare. Federico esce e si ritrova in un vortice misterioso che lo trasposta al 12 aprile del 2020, cinquant’anni dopo. Cagliari è in lockdown per il Covid e per due ore Federico vive un’esperienza “ai confini della realtà”.
Il film ha vinto nel 2020 il premio Kentzeboghes, promosso dall’Associazione Culturale Babel, la Società Umanitaria – Cineteca Sarda per progetti cinematografici realizzati nelle lingue minoritarie italiane.
La Venere di Milis è una commedia giallo-rosa, scritta da Pasquino Fadda, che prende le mosse dal ritrovamento di una “Venere sarda”. La storia si dipana tra tentativi di imboscamento da parte di Tonio, agricoltore rassegnato interpretato da Angelo Orlando. Equivoci e momenti di suspense, con le donne del passato lontano o quelle del presente, sempre forze motrici del destino degli uomini. Il film è stato girato a Milis (OR) e sulle spiagge del Sinis. “Venus of Milis” è il primo cortometraggio professionale della giovanissima regista Giorgia Puliga.
Giovanni e Michele hanno undici e nove anni e vivono a Sant’Elia, un quartiere popolare nella periferia di Cagliari, un anello di palazzoni lontani dalla città. Un piccolo mondo ai margini, sorto vicinissimo al mare e lambito da un canale chiamato Mammarranca. La vita dei due bambini sembra improvvisamente poter cambiare quando il biglietto vincente di un gioco a premi finisce in modo rocambolesco nelle loro mani. Vincitore del premio “Visioni Sarde”, sezione del Festival “Visioni Italiane”, “Mammarranca” è stato definito “una storia che potrebbe essere ambientata in qualsiasi periferia del mondo, mettendo in evidenza persone e personalità emarginate senza moralismi nè retorica”.
In tempo di Covid, un anziano signore (l’indimenticato Giampaolo Loddo nella sua ultima interpretazione) che vive solo segue una precisa ritualità: prepara la tavola ogni giorno come se l’amata moglie fosse ancora con lui. L’uomo è assistito da una nipote indaffarata e distratta che fatica a capire il suo comportamento. Finché un giorno realtà e sogno si incontreranno sotto gli occhi della ragazza. Il film vanta il premio speciale assegnato dal pubblico della dodicesima edizione di Skepto, International Film Festival, il premio Miglior attore al MISFF, Montecatini International Short Film Festival e il prestigioso premio per il miglior film della sezione ‘Asti Short Ita’ all’Asti Film Festival 2022.
La rassegna Visioni Sarde è co-organizzata dalla Cineteca di Bologna e dalla Fondazione Sardegna Film Commission. La distribuzione in Italia e all’estero è assicurata dall’associazione bolognese “Visioni da Ichnussa” e dal circolo “A. Gramsci” di Torino.
A cura di Bruno Mossa
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