“Quelle strutture sono state realizzate senza alcuna conoscenza geologica che non riguarda esclusivamente la natura del terreno, ma le possibili evoluzioni di esso, connesso ai rischi derivanti dalle situazioni locali che rendono ogni sito diverso dall’altro: un esempio su tutte sono le manifestazioni legate alla formazione di cavità per erosione sotterranea, senza parlare delle solite amplificazioni sismiche locali dettate dalla presenza di coperture, l’esposizione ad altri rischi naturali, le proprietà tecniche dei terreni.
In perfetta coerenza con tutto l’operato fino ad oggi posto in essere, il superamento della barriera della morale avviene ope legis, in seguito cioè alla diffida che l’Ordine dei Geologi del Molise ha notificato all’Amministrazione Comunale, che pare abbia reso disponibilità di sanare questa carenza documentale. Una carenza documentale che ex post comporta non poche problematiche, in quanto, di fatto, costituisce una carenza di conoscenza sulla quale sono state effettuate valutazioni, calcoli numerici e programmazioni: il rigore matematico basato sull’approssimazione.
Gli studi che seguiranno a struttura ultimata, si spera, possano confermare in pieno le scelte operate, perché nei due casi alternativi, sia che sussistano condizioni peggiori di quelle ipotizzate che migliori, avremmo speso o dovremmo spendere soldi pubblici sottraendoli ad altre necessità.
La difficoltà nell’affermare principi basilari secondo i quali in una società civile ogni individuo concorre al bene collettivo secondo le proprie inclinazioni, attitudini e capacità, costituisce un problema culturale non consentito ad un Paese che si definisce moderno. La consapevolezza che ogni professionalità è indispensabile alla crescita intellettuale e materiale, in sinergia con quelle affini per ambiti disciplinari, deve essere accettata come condizione di partenza e non come una imposizione normativa. La storia ha lasciato tanti insegnamenti.
Che la geologia in Italia venga posta in secondo piano nelle scelte programmatiche, nelle revisioni normative, nell’erogazione dei fondi per la ricerca è un fatto tanto innegabile quanto assurdo ed inspiegabile, che si colloca in un tessuto culturale di tolemaica memoria. Ed allora quale meraviglia se si osserva il taglio dei Dipartimenti di Scienze della Terra nel Paese che è pari al Giappone per terremoti, pari alle Hawaii per vulcani, ad Yellowstone per supervulcani”.
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