RICCIA – “La Corte Costituzionale ha finalmente emesso il verdetto che ha affermato che il primo Decreto Sicurezza, che vietava l’iscrizione all’anagrafe delle persone richiedenti asilo, voluto dall’allora ministro Matteo Salvini, è incostituzionale per violazione dell’art. 3 della Costituzione. La Consulta definisce infatti “irragionevole la norma che preclude l’iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo” regolarmente soggiornanti sul territorio italiano, e quindi anche su quello riccese. Un verdetto che soddisfa questa amministrazione comunale, già da tempo fermamente convinta del fatto che tale norma non agevolava affatto il controllo sul territorio e quindi minava la sicurezza di tutti, migranti e riccesi, ostacolando per di più l’accesso ai servizi sanitari e non garantendo ancora una volta la sicurezza sociale.
Riccia in ciò si è contraddistinta e, tenendo conto di tante sentenze dei Tribunali di Milano, Ancona e Salerno, che hanno accolto i ricorsi presentati contro il decreto sicurezza, ordinando ai Comuni di procedere alla iscrizione nelle liste anagrafiche dei richiedenti asilo, ha favorito le richieste degli ospiti che hanno la loro residenza abituale all’interno del Comune, la copia del permesso di soggiorno e la richiesta di protezione. É una questione di civiltà e di integrazione e soprattutto di sicurezza in quanto solo l’iscrizione anagrafica permette una vera tracciabilità delle persone”. Lo riferisce in una nota il Comune di Riccia.