“Nel 64% dei casi il taglio delle commesse e degli incarichi ha riguardato addirittura clienti storici e consolidati, il 7% coinvolge i rapporti con i mercati esteri e il 29% altre situazioni come l’apertura di nuovi rapporti con il settore dei servizi, della scuola e della logistica che – spiega Uecoop – fanno registrare un balzo del clima di incertezza per il futuro legata all’espandersi della pandemia. La situazione non predispone le aziende a un approccio positivo riguardo i prossimi mesi tanto che più di 4 su 10 (44%) pensano che ci vorrà almeno un anno per rivedere una crescita reale dell’economia e dei posti di lavoro persi nel 2020 e quelli a rischio nel 2021 quando finirà la cassa integrazione con il blocco dei licenziamenti. L’evolversi della situazione – sottolinea Uecoop – sta mettendo a dura prova la resilienza delle imprese cooperative con la necessità di garantire il posto a oltre 1 milione di persone dall’agroalimentare alla scuola, dalle costruzioni alla logistica, dal commercio all’informatica, dall’assistenza sociale ai servizi di sicurezza e vigilanza. Siamo di fronte a uno scenario totalmente nuovo che costringe a pianificare l’attività di settimana in settimana mentre prima si ragionava in termini di trimestri e semestri – conclude Uecoop – con situazioni molto diversificate che nella guerra al virus vanno dall’adozione di nuove misure di sicurezza alla difesa dei posti di lavoro e delle attività”.
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