Fondamentale, pertanto, l’estensione del blocco dei licenziamenti per tutto il 2021, accompagnata da una riforma degli ammortizzatori sociali che sia basata sulla riduzione degli adempimenti burocratici e su un programma di formazione e riqualificazione del personale beneficiario, in linea con le tematiche della digitalizzazione, della riconversione ambientale ed energetica e del potenziamento delle competenze trasversali. Un tassello indispensabile per contrastare il fenomeno dell’inattività, unitamente agli incentivi da erogare alle imprese che assumono e alla diminuzione del carico fiscale contributivo a favore dei lavoratori più penalizzati quali le donne, i giovani e quanti risiedono nel Mezzogiorno. Occorre, peraltro, potenziare il sistema delle indennità a sostegno di determinate categorie di lavoratori dal momento che i ristori sono stati molto parziali e insufficienti.
Come rileva Confesercenti, infatti, solo nel 2020 hanno perso la propria occupazione 208 mila autonomi, tra imprenditori, professionisti e collaboratori. E’ opportuno, inoltre, introdurre meccanismi di flessibilità nel sistema previdenziale per scongiurare il ritorno della legge Fornero a partire dal 31 dicembre 2021. Per tutelare i livelli occupazionali, dunque, è necessario ridefinire le attuali relazioni sindacali, riformando la contrattazione collettiva per dare un ruolo determinante ai contratti aziendali in attuazione dell’art. 46 della Costituzione che prevede la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili dell’impresa”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, durante l’incontro con il Ministro del Lavoro Orlando.
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