CAMPOBASSO – Venerdì 19 maggio 2017 dalle 19, presso Circolo letterario Beatnik di Campobasso (via Pietrunto, 19 – galleria banca) mostra fotografica “Rivelare” di Ilaria Pilla. Alle 22:00 una selezione musicale “Postbeat Swing”. Il giorno 21 Maggio 2017 alle ore 20:00 sarà proiettato il film “Fur – Un ritratto immaginario di Diane Arbus”.
La mostra, a cura del Centro per la Fotografia Vivian Maier, rientra tra gli obiettivi programmatici del Centro per la diffusione e divulgazione della cultura fotografica e per la promozione dei giovani autori e sarà aperta fino al 25 maggio 2017 tutti i giorni dalle ore 16 alle 02. Ingresso Gratuito.
Il lavoro presentato è molto delicato e complesso, così ci spiega l’autrice:
“Il mio lavoro vive di interazioni tra la scrittura, il corpo e le proiezioni di luce. Attraverso il bianco e nero ho cercato di ricreare un’atmosfera pura ed elegante, servendomi a tal proposito di un tipo di font che incarna nel suo aspetto la raffinatezza poetica dello scrivere a mano.
Ciò che ho scoperto è che esistono due diversi tipi di corpo. Il corpo fisico, quello che possiamo toccare con mano e che rappresenta la scatola nella quale siamo racchiusi, e il corpo immateriale, qualcosa di più spirituale e che non riusciamo a vedere. È lui che racchiude e custodisce la nostra anima. Nelle mie foto questi due tipi di corpo coincidono, o meglio si toccano instaurando un contatto attraverso la scrittura.
Le parole che si adagiano sulla pelle sono soggette ad uno strano gioco per il quale essendo fatte di luce, pur provenendo dall’esterno sembrano scaturire dal profondo dell’individuo, manifestandone la forza interiore. Ho scelto di scrivere proprio sulla pelle perché essa è il nostro abito primario, ciò che per prima ci distingue gli uni dagli altri donandoci una nostra univoca identità, essa contiene e protegge la nostra anima. Un individuo “normale”, cioè senza segni, corrisponde ad una pagina bianca in attesa di essere scritta, e il corpo spesso è l’unica pagina che rimane alla gran parte delle persone in questa società dove nulla ci appartiene realmente.
Oggigiorno la comunicazione è il punto cardine della società, e da sempre ha inciso profondamente sulla vita dell’uomo. Per questo motivo è importante non sottovalutare nessuna forma di comunicazione, servendosi delle innovazioni ma facendo tesoro delle tecniche precedenti, che hanno gettato le basi del percorso di sviluppo a cui siamo giunti e nel quale viviamo ogni giorno.
È proprio partendo da un tipo di comunicazione scritta di tipo arcaico ma ancora presente in alcune culture, che sono arrivata poi all’utilizzo di un metodo di scrittura digitale. Il mio è stato un percorso obbligato, che ha trasformato la scrittura a mano fatta di inchiostro in quella digitale fatta di luce e pixel.
In questo studio sulla scrittura corporea sono arrivata alla conclusione che il corpo sia un luogo di sfida alla morte, alla paura e al dolore, dove la pelle rappresenta un labile confine, il limite estremo del nostro corpo tra il dentro e il fuori. Tra noi e ciò che ci circonda.
L’atto di decorarla e imprimervi sopra le nostre emozioni e le nostre intrinseche paure fa sì che ciò che si trova nei meandri più profondi del nostro spirito venga urlato fuori. Ha così luogo una rinascita, una purificazione, una vittoria”.