CAMPOBASSO – Nel periodo estivo, con un terzo degli organici in ferie, cala del 50% l’attività degli ambulatori che chiude nel restante 50% dei casi, compromettendo la qualità dell’assistenza in tutti i reparti. Ma, per non portare al collasso gli ospedali, i medici aumentano i carichi di lavoro e la metà salta i turni di riposo. A fornire il quadro degli ospedali italiani in questa estate, quando le ferie rendono insostenibili i vuoti in pianta organica, è il sondaggio condotto dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi) anche in due unità operative di medicina interna degli ospedali molisani.
Lo studio evidenzia che nel periodo tra giugno e settembre per i medici aumenta il volume di lavoro. Devono sopperire a carenze di organico visto che un terzo di loro va in ferie. Chi resta deve coprire turni extra, la metà salta i riposi settimanali. Nonostante l’impegno, a risentirne è l’assistenza offerta ai cittadini. Nello specifico, l’attività degli ambulatori diminuisce nel 50% dei casi e chiude nel restante 50% degli ospedali molisani.
“Questi risultati – commenta la presidente della Fadoi Molise, Concetta Mancini – vanno interpretati in una prospettiva di necessaria riclassificazione dei reparti di Medicina, ancora intesi come a ‘bassa intensità di cura’ e quindi con una minore dotazione di risorse umane e tecnologiche”. Una situazione che rispecchia quello che avviene anche in larga parte dei dipartimenti di altre specialità mediche. Dello stesso avviso il presidente Fadoi, Francesco Dentali.
“Nelle medicine interne – osserva – le carenze di organico che vanno ad accentuarsi nel periodo di riposo estivo, rendono più critico il quadro in quanto i nostri reparti sono ancora erroneamente classificati come a ‘bassa intensità di cura’, il che non riflette in alcun modo la complessità dei pazienti anziani e con pluri-morbilità che abitualmente trattiamo nelle nostre unità operative che da sole assorbono un quinto di tutti i ricoveri ospedalieri. Questa anacronistica classificazione delle medicine interne implica già di per se una minor dotazione di tecnologie, medici e infermieri per posto letto, che diventa esplosiva nel periodo estivo”.