POZZILI – “Un’altra vita spezzata nel fiore degli anni mentre stava compiendo l’arte più nobile che dovrebbe caratterizzare la vita di uomini e donne: il lavoro. Il lavoro, quello cercato, quello perso, quello sancito nell’articolo 1 della nostra magnifica Costituzione. Il lavoro quello che dovrebbe rappresentare compiutamente la dignità sociale di ognuno di noi all’interno della comunità. Oggi, nel bel mezzo di una crisi pandemica e epidemiologica, dovrebbero tornare drammaticamente al centro dell’attenzione di tutti concetti tipo qualità del lavoro e della vita, sicurezza sul lavoro e modelli alternativi di società nei quali l’elemento fondante, in luogo del profitto e dello sfruttamento, dovrebbe essere l’uomo e il suo ruolo nella vita e nella società per garantire a se stesso condizioni dignitose e a chi verrà futuro solidale e sostenibile.
Servirà a poco fare ipocriti cordogli. Servirà a poco fare anche processi di Piazza o attribuire responsabilità (che pur dovranno essere individuate) e risarcimenti. La vita umana non ha prezzo. Oggi, ancora una volta, abbiamo perso tutti e siamo tutti responsabili se non lavoriamo, da domani, nella direzione di concepire il lavoro come elemento di dignità e di riscatto sociale e non di ricatto di vita. Riscatto, ricatto: una piccola consonante che fa una grande differenza. Per quel poco che può servire un abbraccio fraterno e vicinanza a familiari, amici e colleghi del ragazzo che ha perso la vita a Pozzilli”. La nota di CGIL Molise.
Di seguito invece quella del SOA, Sindacato di Operai Autorganizzati: “Una vita spezzata e l’ipocrisia della sicurezza sul lavoro, intanto muore un giovane in una fabbrica di Pozzilli per produrre plastica. Stessa storia e solita ipocrisia da parte di istituzioni , sindacati e gruppetti politici che tirano fuori la lacrimuccia quando oltretutto è un giovane a morire e come da programma ci si sciacqua la bocca sulla sicurezza , quella che non ci sarà mai se si continuano a mettere i numeri prima della vita e a tagliare i diritti per un pezzo di pane amaro , il lavoro già non c’è per egoismo e clientelismo e quando c’è ti fanno fare di tutto ,turni massacranti e spesso pagati con quattro soldi. La nostra reale solidarietà va alla famiglia del giovane operaio Domenico di soli 23 anni che ha perso la vita ieri sera per produrre plastica e ai suoi colleghi di Pozzilli, li invitiamo a non arrendersi e a portare dignitosamente la verità per non farlo morire una seconda volta”.