La donna, visibilmente impaurita, racconta che circa un paio di ore prima, si era trovata in casa due uomini, verosimilmente entrati dalla porta che era solita tenere aperta, la minacciano e poi la aggrediscono costringendola a terra.
Sotto la minaccia e la violenza dei due, la donna indica un nascondiglio tra i bicchieri, ove il suo compagno aveva da poco riposto poco più di 1.000,00 euro, l’emolumento pensionistico comprensivo della tredicesima.
Arraffato il bottino i due, dell’età apparente di circa 50anni e con il volto completamente travisato da una mascherina chirurgica, si danno a precipitosa fuga a bordo di una utilitaria grigia.
La donna, già nota ai militari intervenuti, viene invitata negli uffici per formalizzare la denuncia ed è proprio li che domanda dopo domanda il racconto inizia a diventare farraginoso e contraddittorio, tant’è che il Comandante della Stazione la invita più volte a ripercorrere gli attimi di quanto accaduto con maggiore precisione tenuto conto che non era passato molto tempo.
Alcuni accertamenti sul telefono cellulare della vittima non trovano riscontro con quanto dalla stessa riferito.
I sospetti sulla veridicità dei fatti si fanno sempre più corposi e diventano una realtà quando la donna, in preda ad una crisi di pianto chiede di poter andare in bagno, ove tenta di disfarsi di parte del maltolto, prima di uscire e decidere di consegnare una parte della somma (euro 550,00) al Maresciallo, ammettendo di aver inscenato l’accaduto per appropriarsi del denaro del compagno.
La restante parte della somma l’aveva nascosta in casa. Ancorché l’uomo non avesse inteso denunciarla, la donna dovrà comunque rispondere all’Autorità Giudiziaria di Campobasso di simulazione di reato e procurato allarme.
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