CAMPOBASSO – Si concludono domenica 16 febbraio le attività della IV edizione di “Molichrom: Festival della Fotografia Nomade” con il fotoreporter Alessio Romenzi, protagonista con i suoi scatti dell’apprezzatissima mostra “L’ultimo ballo – Vite sospese al tempo della guerra”. In questa direzione Molichrom: rende omaggio al lavoro di documentarista del fotografo umbro con il film documentario “Isis, Tomorrow. The Lost Souls of Mosul”, in programma alle ore 17,30 nella sala esposizioni del Palazzo Gil a Campobasso.
Realizzato con la regista Francesca Mannocchi, presentato alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il documento ripercorre i mesi di guerra a Mosul attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati a diventare kamikaze, ma anche delle loro vittime e di chi li ha combattuti. Sarà in grado l’Iraq di accettare i figli dell’Isis come propri figli, di perdonare le loro madri, di riconciliare le anime del paese?
“ISIS, TOMORROW” cerca una risposta a questa domanda. Nell’ideologia dell’Isis i bambini sono l’arma più efficace per portare nel futuro l’idea di un grande Califfato universale: eredi di un unico obiettivo, creare un mondo diviso a metà, da un lato gli jihadisti e dall’altro lato gli infedeli da sterminare. I lunghi mesi della guerra, vengono ripercorsi attraverso le voci dei figli dei miliziani addestrati al combattimento e a diventare kamikaze, fino a seguire i loro destini nella complessità del dopoguerra, un dopoguerra di vedove bambine e ragazzi marginalizzati, in cui il sangue della battaglia lascia spazio alle vendette e alle ritorsioni quotidiane, alla violenza come sola risposta alla violenza.
L’Isis ha perso Mosul. Ma è davvero sconfitto? O la vera guerra – per chi la vive e per chi sopravvive – inizia il giorno dopo la proclamata vittoria? Questo film nasce dalle domande che si sono fatte più insistenti durante i mesi di guerra a Mosul e che ci hanno accompagnato nelle faticose fasi del dopoguerra: cosa è necessario fare per salvare le centinaia di migliaia di bambini cresciuti per tre anni sotto l’Isis? Come scongiurare la possibilità che questi bambini siano il terreno fertile del terrorismo di domani?