Durante il colloquio gli avrebbe detto che il figlio gli aveva ordinato delle cuffie e che aveva già versato un acconto di 150 euro, denaro che avrebbe perso se non avesse pagato la restante somma di euro 200. Il 76enne, che non aveva con sé il telefono, credendo alle sue parole gli ha consegnato 45 euro, ovvero tutto il denaro che aveva al momento. Per saldare la restante somma il 50enne lo ha convinto a inserire la sua carta di credito in un POS portatile che aveva in auto. Gli ha fatto effettuare la medesima procedura per ben due volte, adducendo la scusa che la prima transazione non era andata a buon fine. Solo quando è rientrato a casa, l’anziano ha contattato il figlio realizzando quindi di essere stato vittima di una truffa. Infatti, dal controllo della lista movimenti della sua carta, verificava la presenza di due pagamenti a debito, per complessivi 450 euro.
Gli accertamenti di polizia giudiziaria effettuati a seguito della denuncia sporta dalla vittima consentivano agli operatori della Polizia di Stato di individuare l’autore della truffa. Infatti, nonostante il POS portatile fosse abbinato ad un Iban estero, dall’analisi della documentazione contrattuale e della lista movimenti di tale Iban sono emersi elementi che hanno consentito di identificare il 50enne, autore anche di un’analoga truffa commessa in un’altra regione a fine 2023, con modalità del tutto identiche, il cui provento era confluito sullo stesso Conto Corrente bancario. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e l’indagato potrà far valere le sue ragioni difensive innanzi all’Autorità Giudiziaria.
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