Sofia Marangoni e le certezze de La Magnolia Campobasso

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sofia marangoni ai tiri liberi

L’esterna rossoblù: «Il vissuto delle confermate e le qualità degli innesti non ci fanno disunire nelle difficoltà. Sappiamo che le sconfitte possono arrivare e contribuiscono a migliorarsi»

CAMPOBASSO – Sabato – nel sesto successo in altrettante gare dei #fioridacciaio – ha inciso sul big match con l’Ariano Irpino con due entrate di assoluta sostanza: quella che ha sbloccato lo score in avvio ed il secondo dei tre vantaggi (il 63-61), prologo all’epilogo di grande gioia dopo il canestro di Emilia Bove. Nel mezzo una regia all’insegna della grande presenza e dell’estrema lucidità. Sofia Marangoni si conferma un’incrollabile certezza per La Molisana Magnolia Campobasso e, dall’alto della sua seconda stagione consecutiva sul parquet del PalaVazzieri, anche una preziosa guida per la navigazione nell’universo rossoblù.

COSTANTI E VARIANTI – Un percorso definito da una rotta diversa eppure identica con un primato in solitaria con dodici punti nella scorsa stagione, così come nell’attuale. All’epoca con due lunghezze di vantaggio su di un quintetto di immediate inseguitrici, stavolta, invece, con quattro su di un quartetto di formazioni in caccia.

«Ogni squadra ed ogni campionato – argomenta l’esterna veronese – fanno storia a sé. Senz’altro, questo è un gruppo che, dalla sua, ha un’esperienza maggiore e non si disunisce in situazioni di criticità, come il -10 dell’ultima gara. Questo perché siamo pronte e preparate al fatto che le sconfitte fanno parte del tragitto e rappresentano un momento di crescita. Così restiamo coi piedi ben saldi a terra, guardando l’itinerario passo dopo passo».

VISSUTO COMUNE – In particolare, per Marangoni, la presenza nell’attuale roster di cinque elementi confermati rappresenta «un aspetto molto importante perché garantisce continuità nei meccanismi, aspetto solitamente strano e delicato. A questo si aggiungono gli acquisti effettuati dal club che hanno arricchito di opzioni il nostro gruppo. Senz’altro l’esperienza di una giocatrice come Carolina Sanchez rappresenta un punto di riferimento, ma in generale tutte siamo cresciute e viviamo le situazioni con maggior autocontrollo e senza farci prendere dalla tensione».

GO SOFY GO – Ai tanti presenti di un PalaVazzieri nuovamente sold-out, sabato scorso, non è passato inosservato uno striscione personalizzato – ‘Go Sofy go’ – destinato proprio alla giocatrice scaligera e comparso nello spicchio degli aficionados rossoblù.

«In tribuna – spiega Marangoni – c’era tutta la mia famiglia. È stato bello sapere che mi osservavano dagli spalti. Non sempre riescono a vedermi durante la mia attività, ancor più in questo mio percorso molisano considerando la distanza dal Veneto. L’emozione più viva era, poi, legata alla presenza di mio fratello che solitamente vive in maniera distaccata la mia passione-professione. L’aspetto intenso, poi, è stato il vederli tifare, trascinati dai nostri fedelissimi. A fine gara erano piacevolmente divertiti in quello che è stato il momento di festa collettiva, uno degli aspetti più belli del Magnolia style perché leggere i sorrisi negli occhi delle persone quando ti salutano ti fa rendere conto di quanto riesci a trasmettere loro durante le gare».

ISTANTANEE INDELEBILI – Senz’altro, uno dei fotogrammi maggiormente impressi in queste ore nella tifoseria campobassana è l’entrata con cui l’esterna veronese, dal 61 pari, ha regalato l’inerzia al quintetto di coach Sabatelli.

«Sapevo che eravamo pari – riconosce – ma ho preso il tiro quasi istintivamente, anche se, considerando che la palla non è entrata in maniera fluida, per un attimo ho pensato a cosa potesse succedere in caso di errore. Il boato del pubblico una volta realizzato il canestro, però, è stata una delle emozioni più belle che lo sport ti possa dare. Per mia indole personale, tra l’altro, non ci sono sole le mie iniziative individuali, ma anche il lavoro di squadra tra i momenti che ti restano dentro. E, contro Ariano Irpino, ad esempio la circolazione fluida del nostro ultimo possesso che ha portato al canestro di Emilia Bove è stato il segnale di un lavoro ben eseguito».

COME AL NORD – Un’opera collettiva di un gruppo che può contare su delle rotazioni particolarmente profonde, un po’ come è consuetudine nelle formazioni del girone Nord dell’A2 cestistica in rosa.

«La presenza sul territorio settentrionale di tante scuole basket fa sì che molte squadre abbiano panchine lunghe con giovani in grado di essere performanti sul parquet. A me – prosegue Marangoni – questo tipo di situazioni piace molto, perché finisci per trovarti in un gruppo molto strutturato in cui ognuna sa che deve dare il massimo per i minuti in cui è chiamata a stare in campo e, soprattutto, perché gli allenamenti sono sempre di alto livello e, si sa, le gare altro non sono che la sintesi del lavoro di avvicinamento fatto».

NESSUN RISCHIO – Dopo l’ultimo ciclo di due gare interne contro Cus Cagliari ed Ariano Irpino, nelle prossime due gare il calendario, non presenta, per i #fioridacciaio, antagoniste della metà sinistra della classifica.

«Non credo ci sia pericolo di sottovalutazione delle gare, perché, come ci dice spesso Mimmo (il coach Sabatelli, ndr), dobbiamo acquisire la necessaria mentalità e questo vuol dire avere la giusta concentrazione applicandoci in ogni gara e puntando a migliorare costantemente senza stare a fare congetture sulle potenzialità di chi abbiamo di fronte».

KILLER ISTINCT – Per Sofia Marangoni, un ulteriore passaggio nel processo di crescita della formazione campobassana passa, necessariamente, dalla capacità di archiviare definitivamente le singole gare, soprattutto quelle in cui si riescono ad acquisire ampi margini.

«Bisogna impattare al meglio ogni match, dettaglio che nelle ultime gare non è stato memorabile, anche se, a differenza dello scorso anno in cui avevamo un calo nel terzo quarto, in questo torneo riusciamo ad uscire alla distanza ed avere rientri importanti dall’intervallo lungo. Lo step ulteriore sarà quello di spezzare definitivamente la contesa, quando siamo davanti con un vantaggio importante, cercando di ampliare il gap senza calare minimamente la concentrazione».

Photocredit: Maurizio Silla