“La scuola educava anche a conoscere le sconfitte, a far fronte a momenti di difficoltà e di delusione. La dimensione limitata del giudizio, quello delle mura di una classe, ti consentiva di ripartire, se eri caduto. Ora tutto è universale, rapido, spietato. I genitori non rispondono a tale canone, ricorrono al Tar se i propri figli vengono sonoramente bocciati e sono sempre pronti a dar colpe ai professori” queste le forti parole di Paolo Crepet che non confina la condizione di disagio di molti mala costringe a uscir fuori da paradigmi e momenti infetti della vita di molti di noi. Oltre la violenza c’è un universo in cui tutti gravitano e tutti ne sono responsabili. Senza responsabilità collettiva ogni molecola gravitazionale rischia di cadere nel vuoto e far danni incalcolabili.
La violenza non si insegna ma si infonde con gesti, parole, condizionamenti, appartenenze unilaterali quali anche l’autoreferenzialità di soggetti che si pongono a paladini del mondo con scettri di carta che una volta volati via verso la decomposizione, generano invidie, atti contorti, ingiurie e maldicenze. I professori della vita degli altri nascondendo la propria a chi essi parlano, sottraggono positività e degenerano in rivoli dagli argini mai costruiti.
Quindi non solo la scuola, che ha perso la sua correlazione al mondo spostandosi verso una universalità dal tiro di schioppo ma soprattutto il circostanziale approccio alla vita senza interconnettersi con il dialogo, il gioco collettivo, passioni, visioni poetiche, comunicabilità, condivisioni. Si viaggia solo interconnessi con sé stessi e senza l’illuminante poesia. Il broncio sostituisce il sorriso, il panino viene preferito alla tavola che aggrega e forma sostanza e dialogo. La noia prende il sopravvento e detta azioni convulsive, fuori da ogni schema razionale, attende di essere perseguitata da altra noia che generatrice di interessi decisamente forvianti, mina anche le famiglie del ben vivere.
La violenza prende il sopravvento e la voglia, spesso inconscia, di essere sempre vincitori, prevale sulla ragione. Da tutto ciò la necessità di dar voce alla condizione di condivisione. Guglionesi, grazie al Circolo Arci “F. Jovine”, in occasione dell’inaugurazione della sede, per la quale si ringrazia lo già assessore Michele D’Anselmo, che gratuitamente ha voluto dar voce ad un gruppo di amici donando la possibilità di fruire di un luogo d’incontro e in maniera assolutamente gratuita, ha fortemente voluto organizzare un incontro che mira alla sensibilizzazione attraverso poesia e musica, tra teatro e canzone. “Soggetti Smarriti” il titolo dello spettacolo a cura di Lino Rufo e Rossella Seno.
L’invito alla riscoperta dell’educazione, alla relazione ed ai sentimenti che costituiscono il primo argine a quelle forme di violenza che colpiscono, con inaudita ferocia (come è accaduto a Giulia), soprattutto le donne. Musica e parole che, in sintonia con le finalità legate alla “giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, intendono sensibilizzare la comunità sulle troppe morti “per amore” che avvengono in Italia; che ci ricordano che “l’amore nero”, come il buio e la notte, uccide mentre il “vero amore” è libertà e rispetto dell’altrui dignità; che ci invitano a cambiare partendo da noi stessi perché come scriveva Don Primo Mazzolari: “Il mondo non si muove se noi non ci muoviamo; si muta se noi ci mutiamo; si fa nuovo se alcuno si fa nuova creatura”.
L’appuntamento è per domenica 26 novembre 2023 ore 18,00 c/o Circolo Arci F. Jovine – via Roma 9 . Ingresso libero a numero limitato. Per info : 333 3017379.
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