CAMPOBASSO – Ieri, nella sala convegni di Confcooperative Molise, a Campobasso, si è tenuto un innovativo incontro sul tema della violenza sulle donne, intitolato “Sosteniamo azioni per il futuro”.
Hanno partecipato all’iniziativa, fortemente voluta da Domenico Calleo e da Carmela Colozza, rispettivamente presidente e vicepresidente di Confcooperative Molise, la consigliera di Parità della Provincia di Campobasso-Isernia, Giuditta Lembo, la direttrice di Confcommercio, Irene Tartaglia, la componente della Commissione per la parità e le pari opportunità della Regione Molise, Benedetta De Lisi, la consigliera del Comune di Campobasso, Anna Petrecca, Paola Moscardino (Gal Molise Rurale), Emanuela Teresa Galasso (Psicologa Centro Anti Violenza Liberaluna), Fabiana Antonecchia (Cooperativa Sociale Cardarelli), Rachele Valente (AXA Assicurazioni), Tania Colardo (Psicologa, Psicoterapeuta), Masina Sbriglia (C.A.S.I. Soc. Coop. Sociale Onlus), Carmen Vaccaro (Cooperativa Sociale Nardacchione), e Rosa Marcogliese (Cooperativa Sociale Koinè).
“A livello nazionale, Confcooperative ha lanciato già da tempo la campagna di comunicazione #fattisentirecontrolaviolenza – ha spiegato il presidente di Confcooperative Molise, Domenico Calleo, nella sua introduzione dei lavori – E’ per questo che abbiamo voluto dare il nostro contributo a livello territoriale organizzando una giornata di confronto su un problema di estrema attualità, che è quello della violenza sulle donne. Confcooperative – ha sottolineato Calleo – vuole guardare al futuro con positività, impegnandosi attivamente per l’inserimento o il reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, attraverso le nostre cooperative che si mostreranno sensibili o attraverso la costituzione di nuove cooperative”.
L’incontro è stato impreziosito dalla presenza dell’attrice molisana Barbara Petti, che ha recitato, con evidente e sincera passione, tre monologhi sulle donne, che sono stati lo spunto per l’ampio dibattito che si è aperto. Dibattito che ha spaziato dalle oggettive difficoltà che vivono le donne nell’affermarsi nel mondo del lavoro, alla diffusa abitudine di “utilizzare” mogli o figlie, per intestare aziende, per lo più agricole o commerciali, di mariti o padri.
Molto interessanti sono stati gli interventi delle dirigenti di alcune tra le più importanti cooperative sociali presenti sul territorio regionale. “La cooperazione è innanzitutto accoglienza e rispetto della persona umana – hanno sottolineato – dunque, questo modello può e deve essere d’aiuto quando si parla di un tema così delicato come la violenza, che trae origine da evidenti problemi di carattere culturale”.
Durante il dibattito sono venuti fuori episodi, riflessioni e punti di vista, frutto delle esperienze quotidiane vissute dalle partecipanti. Tutte hanno sottolineato la necessità di potenziare le reti antiviolenza a livello locale, di destinare fondi adeguati alla formazione delle donne per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile, e di dare impulso ad una profonda azione di “ri-generazione culturale” presso le scuole dove si formano le donne e gli uomini che guideranno la società del futuro.
I lavori si sono chiusi con l’intervento del vicepresidente di Confcooperative Molise, Carmela Colozza, amministratrice di una delle principali società molisane di servizi alle imprese. “Il mondo delle imprese, e delle imprese cooperative in particolare, – ha chiosato – è abituato a misurare, concretamente, sul campo, i risultati delle proprie azioni quotidiane. Confcooperative Molise, che è la principale organizzazione di rappresentanza delle imprese cooperative, intende dare seguito all’evento di oggi, trasformando le tante idee e riflessioni che sono scaturite dal confronto, in azioni concrete per contrastare un fenomeno come la violenza di genere e la violenza in generale. L’impegno, dunque, è quello di mettere in moto la vera cooperazione in tante iniziative, piccole o grandi, non importa, ciò che conta è che siano in grado di incidere concretamente sullo sviluppo di una società futura, migliore, meno violenta e, perché no, con maggiore capacità di cooperazione”.