La storia del cane Oliver (“Tonino”): il pensiero di Di Giacomo

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cultura solidarieta logoAGNONE – “La storia del cane Oliver, noto sui social come “Tonino”, che da Agnone e dal Molise ha fatto il giro di web, tv, giornali, dovrebbe insegnare che il rispetto per gli animali e il contrasto al randagismo si fanno con regole certe per tutti. A sostenerlo è Aldo Di Giacomo, presidente dell’Associazione Cultura e Solidarietà che è impegnata in campagne social di sensibilizzazione all’affettività e cura dei cani.

L’ordinanza sindacale di consegna del cane a chi si è dichiarato legittimo proprietario invece va nella direzione opposta e contribuisce alla diffusione della illegalità. Leggere tra le tante cronache scritte su questa storia che in fondo in Molise c’è la “cultura” di lasciare i cani nei campi, senza controllo, senza vaccinazioni, senza sterilizzazione e quindi senza microchip, tanto per giustificare quanto è accaduto – aggiunge Di Giacomo – non è certamente quella lezione a cui facciamo riferimento perché questi comportamenti non devono passare per normalità.

Se invece si vuole andare oltre l’emotività, la curiosità e la suggestione si colga questa occasione per fare il punto sull’applicazione in Molise delle normative nazionale e regionale che regolamentano e contrastano il randagismo. E soprattutto si dia il giusto riconoscimento ai volontari delle associazioni che si prodigano per la cura e il benessere degli animali invece di metterli sullo scranno degli imputati. Gli amministratori regionali e comunali si interroghino sul funzionamento dei pochi canili in attività sul nostro territorio e su cosa c’è da fare” lo ha riferito in una nota Aldo Di Giacomo dell’Associazione Cultura e Solidarietà.