LARINO – Probabilmente Larino è l’unica città italiana a poter vantare due “trionfali” feste caratterizzate dall’uso scenico-rituale di carri appositamente allestiti: la Carrese di San Pardo a maggio e la sfilata dei Carri allegorici a carnevale.
Napoleone Stelluti, già autore del libro «Carri & Carrieri» e al quale Larino deve altre opere su argomenti di grande interesse come i mosaici, le monete e le epigrafi, ha di recente pubblicato la «Storia del carnevale larinese», un libro che ripercorre e documenta, soprattutto attraverso un percorso di antropologia visiva, la sfilata dei carri allegorici della città frentana, la cui origine risale al 1975, «allorquando – si legge nell’introduzione al volume – quattro giovani, Tommaso Bucci, Alfredino Puntillo e Umberto Massini, decisero di costituire un comitato organizzatore».
Nel 1978, l’organizzazione del carnevale larinese passò a Napoleone Stelluti che ne diventerà il principale animatore, nonché presidente del comitato ‘Il Carro’ costituito nel 1985 per «promuovere attività collaterali ricreative e culturali anche al di fuori dell’ambito carnascialesco». Da allora, ripetendosi negli anni, la sfilata è diventata una tradizione molto apprezzata, le cui tappe più recenti sono state la creazione della mascotte “Larinella” (2008), la nascita dell’associazione del Carnevale Larinese (2011), l’intitolazione a tale carnevale d’una sala del Palazzo Ducale (2014) e, infine (2018), l’assegnazione di congrui contributi economici da parte del Mibact, che ha inserito quello di Larino fra i carnevali italiani da valorizzare.
Il libro di Stelluti si fa apprezzare innanzitutto come testimonianza e salvaguardia della memoria etnica, laddove, dopo un non semplice riordino dei necessari documenti, riesce a far rivivere al lettore i momenti salienti di oltre quattro decenni di sfilate, con la puntuale indicazione dei carri premiati e con un apparto fotografico corposo.
La pubblicazione è impreziosita da un cd contenente la ‘Canzone di Larinella’ e da alcune foto scattate a Larino da Giuseppe Pilone durante i carnevali degli anni venti e trenta. La ‘Prefazione’ è di Danilo Marchitto e le ‘Considerazioni finali’ sono state curate da Maurizio Varriano.