Sin da bambino Oreste (negli Stati Uniti il suo nome divenne “Oresto”) mostrò una straordinaria propensione per lo studio ed, in particolare, per il disegno. La famiglia non poteva permettersi, per farlo studiare, grandi sforzi economici. Allora Oreste alternò studio e lavoro pur di raggiungere il suo scopo.
Si diplomò, nel 1917, alla Technical High School e successivamente l’agogna laurea per la quale si servì anche di “tutor” privati. Per questo fu definito “L’Architetto autodidatta”. Nel 1926 fu già in grado di aprire un proprio studio a Providence. Ma in lui c’era il “genio creativo” e divenne uno dei più famosi ed affermati architetti del Rhode Island e non solo. Un elenco compiuto delle sue realizzazioni è impossibile.
Ne ricordiamo solo alcune: “Uptown Theater”; “Metropolitan Theatre”; “Hollywood Theatre”, “State Hospital for Metal Disease” di Howard nel Rhode Island; “Aquinas Hall”; L’avveniristico hangar e gli uffici del “Theodore Francis Green Airport”; “Columbus Nacional Bank”; “Johston Town Hall” e la “St. Rocco’s Church” di Thorton. Nel 1932 sulla rivista “Il Carroccio” si esaltava la nomina di Oreste di Saia quale membro della potente “American Institute Architects”. Ne fu poi Presidente. Fu anche Direttore del Dipartimento di Stato dei Lavori Pubblici. Aveva sposato Eleanor Rossi con la quale ebbe quattro figli: Ethel, Ruth, Kennet e Robert. Morì nel 1976.
A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Molise News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Pubblicità - Contatti - Privacy Policy - Cookie Policy