“Trivelle fuorilegge”: dal rapporto di Greenpeace emergono dati preoccupanti

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AMBIENTE – Preoccupanti i risultati del rapporto “Trivelle fuorilegge” stilato e pubblicato in data odierna da Greenpeace. Sarebbero state rilevate altissime concentrazioni di sostanze chimiche pericolose nei sedimenti marini e nelle cozze che vivono in prossimità di piattafore offshore presenti nel Mar Adriatico. Le concentrazioni rilevate sembrano eccedere i parametri di legge.

Nel rapporto di Greenpeace, per la prima volta, vengono resi pubblici i dati ministeriali relativi all’inquinamento generato da oltre trenta trivelle operanti nei nostri mari. Dai dati emerge una preoccupante contaminazione per almeno una sostanza chimica pericolosa nei tre quarti dei sedimenti marini vicini alle piattaforme.

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Afferma Giuseppe Ungherese, responsabile della Campagna Inquinamento di Greenpeace:

Il quadro che emerge è di una contaminazione grave e diffusa. Laddove esistono dei limiti fissati dalla legge, le trivelle assai spesso non li rispettano. Ci sono contaminazioni preoccupanti da idrocarburi policiclici aromatici e metalli pesanti, molte di queste sostanze sono in grado di risalire la catena alimentare fino a raggiungere gli esseri umani. Nei pressi delle piattaforme monitorate si trovano abitualmente sostanze associate a numerose patologie gravi, tra cui il cancro. La situazione si ripete di anno in anno ma ciò nonostante non risulta che siano state ritirate licenze, revocate concessioni o che il Ministero abbia preso altre iniziative per tutelare i nostri mari“.