CAMPOBASSO – L’ennesimo clamoroso fatto di cronaca che vede protagonisti, loro malgrado, anziani vittime di raggiri da parte di malfattori senza scrupoli, obbliga a una seria riflessione su un territorio – quello molisano – sempre più vulnerabile e a rischio.
Secondo recenti dati Istat, la nostra è una delle regioni con l’indice di vecchiaia più alto d’Italia: ogni 100 bambini e ragazzi, nelle due province di Campobasso e Isernia si contano 245 over 65. Un esercito di nonni che deve fare i conti con un nemico subdolo e pericoloso: la solitudine. Proprio la solitudine degli anziani infatti è la miglior alleata dei truffatori perché, al di là dei vari escamotage utilizzati, l’imbroglio va a buon fine quando soggetti fragili, che spesso vivono lontani dai proprio cari (soprattutto in località isolate delle aree interne), prendono decisioni affrettate e sull’onda di emozioni come ansia e paura (ad esempio la falsa notizia di un parente in difficoltà o la minaccia di una pesante sanzione economica).
Per questo, un fenomeno grave e in crescita si può combattere solo attraverso la presenza e la vicinanza ai nostri nonni, perché da un supporto immediato possono ricevere quei consigli utili a non cadere nelle trappole e nelle manipolazioni di veri e propri criminali. In tal senso, un notevole e decisivo passo in avanti può essere compiuto – laddove per svariate ragioni è impossibile la costante presenza fisica – grazie al facile utilizzo di dispositivi tecnologici di ultima generazione (come il bracciale del progetto Aurora) che consentono alla persona di restare in contatto H24 con familiari, caregiver e operatori specializzati in tale servizio. Il soccorso può essere infatti richiesto non solo per eventuali problemi di salute, ma anche per motivi di sicurezza come appunto le truffe e i furti nelle abitazioni.
Serve però in primis uno sforzo culturale da parte della società: le forze dell’ordine sono impegnate ormai da anni su tale fronte, lavorando efficacemente anche sulla prevenzione e sulla giusta attività di “formazione” della popolazione anziana in modo di aiutarla ad individuare e riconoscere i pericoli e ad adottare comportamenti giusti. Ciò è importante ma non ancora sufficiente: serve maggiore sensibilità sul tema e azioni più concrete e coordinate da parte di tutte le istituzioni del territorio. Solo la comunità, nel suo insieme, può vincere questa battaglia.