“Non so, non c’è un motivo particolare – ha detto – sicuramente la pressione psicologica che c’è sempre stata verso le squadre o gli atleti favoriti, adesso con i social media lo è molto di più, perfino da parte della famiglia”.
“Oggi anche il messaggino che sembra più innocuo, ad esempio ‘allora, oggi vinciamo?’, diventa una pressione costante perché purtroppo molti sportivi seguono costantemente con il cellulare tutte le cose che escono. Personalmente – ha aggiunto – non l’ho mai fatto. Da quando ho iniziato a Modena, che era una città con molta pressione, in tanti mi chiedevano come gestivo la pressione psicologica: semplicemente… non compravo i giornali di Modena. Ho risolto così”.
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