Tutelare e proteggere le vigne e l’intero ecosistema è la filosofia di base che ha visto nascere le prime associazioni VAN ormai oltre dieci anni fa, e crescere attraverso la determinazione a comunicare, attraverso il proprio operato, il significato della tradizione del territorio nell’espressione della sua cultura vitivinicola e alimentare.
I vini vengono realizzati senza protocolli definiti, dando spazio alla propria creatività ed esperienza, ed è proprio questa differenza di storia e cultura la vera ricchezza del prodotto. Per creare un vino vengono adottate dunque tutte le pratiche utili a favorire la vitalità dei terreni per lo sviluppo e la salute delle piante, senza interventi di forzatura e soprattutto astenendosi da qualsiasi prodotto che rechi danni all’equilibrio biologico del vigneto, secondo le pratiche in uso in agricoltura biologica e biodinamica.
“Chiamando un vino ‘naturale’ – afferma la presidente VAN Maria Parrilla – intendiamo sottolineare un concetto culturale, filosofico e spirituale che riguarda il rapporto tra uomo e natura. Nel vino l’espressione di questa relazione è la fermentazione spontanea, il momento di trasformazione naturale da mosto a vino, quando il lavoro in vigna cede il posto a quello in cantina. È questo il momento in cui si può consegnare al vino tutta l’unicità dell’annata e del terroir. Per questo i nostri vini sono tutti diversi, pur rispettando le stesse regole fondamentali della nostra Carta degli Intenti”.
VAN ha in programma, nel corso dell’anno, alcune attività sul territorio, aperte a pubblico e ad operatori del settore, la prima delle quali è la fiera VAN a Roma, tre giorni di full immersion nell’esperienza del vino naturale presso gli spazi della Città dell’Altra Economia, il 5-6 e 7 novembre.
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