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Visite al Borgo di Macchiagodena per le Giornate FAI d’Autunno 2020

Sabato 17 e domenica 18 ottobre 2020 appuntamento tra le vie del borgo, costeggiando le case in pietra: ecco tutti i dettagli

MACCHIAGODENA (IS) – Visite sabato 17 e domenica 18 ottobre al Borgo di Macchiagodena in occasione delle Giornate FAI d’Autunno. Un itinerario tra le vie del borgo, costeggiando le case in pietra che preservano gli originali caratteri medievali, fino al famoso belvedere affacciato sul massiccio del Matese, che deve al luogo il soprannome di “Terrazza sul Matese”. La visita partirà dal Castello duecentesco fondato come torre di guardia longobarda, attorno al quale si sviluppa tutto il centro abitato, a sua volta circondato da boschi di conifere ricchi di funghi, tartufi, fragole e frutti rossi che crescono spontaneamente tra gli arbusti, caratteristica che fa di Macchiagodena un paradiso ambientale costituito Riserva Naturale dalla LIPU. Il Castello baronale dopo il terremoto del 1805 è stato ampliato e trasformato in palazzo gentilizio. Oggi è chiuso al pubblico e a breve sarà interessato da lavori di consolidamento: le Giornate FAI saranno un’occasione per conoscere il prossimo intervento di restauro.

A Giulia Maria Crespi, scomparsa lo scorso luglio, è dedicata l’edizione 2020 delle Giornate FAI d’Autunno: mille aperture a contributo libero in 400 città in tutta Italia, organizzate per la prima volta in due fine settimana, sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre. Anche quest’anno promotori e protagonisti sono i Gruppi FAI Giovani, ideali eredi e testimoni dei valori che per tutta la vita hanno guidato la Fondatrice e Presidente Onoraria del FAI – Fondo Ambiente Italiano: l’inesauribile curiosità, la voglia di cambiare il mondo e l’instancabile operosità per un futuro migliore per tutti. Ispirandosi a lei, i giovani del FAI – con la collaborazione delle Delegazioni e degli altri Gruppi di volontari della Fondazione – scenderanno in piazza per “seminare” conoscenza e consapevolezza del patrimonio di storia, arte e natura italiano e accompagneranno il pubblico, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, alla scoperta di luoghi normalmente inaccessibili, poco noti o poco valorizzati in tutte le regioni: un caleidoscopio di meraviglie nella proposta effervescente del FAI e dei suoi delegati che reagiscono con ancor più energia e impegno, positività ed entusiasmo al periodo difficile che l’Italia sta attraversando (prenotazione online consigliata su www.giornatefai.it; i posti sono limitati. Nei due fine settimana apriranno luoghi diversi: consultare il sito per controllare il programma).

Storiche dimore signorili, castelli, giardini, sedi istituzionali, chiese, complessi conventuali e tante altre “chicche” come borghi, collezioni private, parchi, luoghi della produzione e del commercio solitamente riservati agli addetti ai lavori si sveleranno attraverso punti di vista insoliti e racconti che meraviglieranno i visitatori, soddisfacendo e, insieme, accrescendo il loro desiderio di sapere, la loro curiosità. Prendere parte alle Giornate FAI d’Autunno 2020 vuol dire non solo godere della bellezza che pervade ogni angolo del nostro Paese e “toccare con mano” ciò che la Fondazione fa per la sua tutela e valorizzazione; vuol dire soprattutto sostenere la missione del FAI in un momento particolarmente delicato. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con una donazione libera – del valore minimo di 3 € – e potranno anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.

In occasione delle Giornate d’Autunno anche i Beni del FAI si mostreranno da prospettive inconsuete. Saranno proposte al pubblico visite speciali dedicate in particolare agli interventi per la sostenibilità ambientale dei Beni e, più in generale, al patrimonio di natura, ambiente e paesaggio curato e valorizzato dalla Fondazione.

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Argomenti: Macchiagodena

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