“Il Molise ha recepito ed adottato il Piano di Prevenzione Nazionale che prevede raggi di azione su tre filoni – spiega Nicola Rossi, direttore SC Sanità Animale – Il primo prevede, in determinate aree: tre nella provincia di Campobasso, due in quella di Isernia, la cattura con delle trappole di zanzare, successivamente analizzate dall’Istituto Zooprofilattico per verificare la presenza del virus. Il secondo, invece, la sorveglianza clinica sugli equini, mammiferi soggetti al contagio che potrebbero riportare patologie neuroinvasive.
E infine il terzo, che viene invece gestito dalla Regione Molise attraverso l’Osservatorio Faunistico con la cattura di alcuni determinati uccelli riserva del virus. Più in generale può dirsi che attualmente, le Province molisane sono classificate, nel Piano nazionale arbovirosi, come aree a basso rischio di trasmissione”. Secondo l’Asrem, la maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. E chi li manifesta come febbre, mal di testa, sfoghi cutanei, vomito, linfonodi ingrossati, dolori muscolari, potrebbe riscontrarli anche dopo 3 settimane. Effetti più gravi potrebbero riscontrarsi negli individui fragili. Un caso su mille potrebbe portare a un’encefalite letale”.
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