“Questo amaro diventa popolare soprattutto in Francia alla fine dell’Ottocento grazie a tanti celebri scrittori e artisti come Verlaine, Baudelaire, Oscar Wilde, Hernest Hemingway, Van Gogh, Picasso che con la “Fata Verde” ispirano le loro opere.
Nei primi decenni del secolo successivo, a fronte del dilagante alcolismo, molti Paesi europei emanano nuove leggi per frenare il consumo di bevando alcoliche. E’ così che l’assenzio viene messo al bando, nel 1907 in Svizzera, nel 1915 in Francia, nel 1931 in Italia e negli altri Paesi, essendo l’acolico più bevuto ed avendo un elevato grado alcolico.
Il proibizionismo dura oltre 60 anni finchè l’Unione Europea con Direttiva n. 71/1991, attuata in Italia con D.Lgs. 107/1992, e poi con Regolamenti CE n.110 e 1334/2008, entrati in vigore in tutti i paesi membri, legalizza nuovamente la produzione e il commercio di assenzio, ponendo il limite massimo di 35 mg/lt alla concentrazione di tujone (principio attivo contenuto nell’Artemisia Absinthium) nelle bevande alcoliche.
Oggi la strada è di nuovo aperta per la “Fata Verde” che ritorna ad occupare una posizione di primo piano sul mercato mondiale, forte com’è della grande suggestione che le deriva dal suo passato di prodotto colto e “maledetto”.
Le nuove generazioni subiscono il fascino del liquore bohemienne, dell’ “ora verde”, dell’ottocentesca Parigi, cioè l’ora dell’aperitivo in cui i maestosi boulevard parigini profumavano di assenzio, per cui i locali più trendy di molte capitali europee Londra, Parigi, Berlino, Praga, Mosca ed ora anche delle principali città italiane, propongono oggi ai loro clienti un’ampia varietà di degustazioni e cocktail all’assenzio”.
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