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Zio Riz di Raffaela Mariniello, proiezione del film al MACTE

TERMOLI – Sabato 8 ottobre, in occasione della XVIII Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, dedicata al tema della sostenibilità, il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli presenta la proiezione del film documentario Zio Riz di Raffaela Mariniello alla presenza dell’artista, e un laboratorio didattico pensato per un gruppo di diciottenni.

Zio Riz, film documentario con soggetto, fotografia e regia di Raffaela Mariniello, riprende il nome della canoa sulla quale un uomo ridiscende, a partire dalla sorgente di Rocchetta a Volturno, le acque del fiume più grande del sud Italia, il Volturno. Questo Caronte ci porta lentamente dall’armonia naturale dell’oasi protetta della sorgente, sempre più giù, fino alla foce del fiume a Castel Volturno, un vero e proprio inferno metropolitano.

Raccontando il percorso del fiume, che dal Molise attraversa tutta la regione Campania, il film racconta la trasformazione di un contesto ambientale ma anche sociale, progressivamente stravolto dalle azioni indiscriminate dell’essere umano. Lo scandire delle stagioni è suggerito dalla pioggia, dalla neve che si scioglie, dal continuo scorrere dell’acqua fino all’essiccarsi del terreno, sferzato dal sole di mezzogiorno. In ogni fotogramma la vita appare svolgersi nel suo incedere quotidiano, mentre si passa progressivamente dai versi di animali e i suoni degli insetti al rumore del lavoro dell’uomo, da quello ripetitivo delle macchine agricole e dei mezzi di trasporto ai suoni sempre più caotici dell’ambiente urbano.

Zio Riz è prodotto da Teatri Uniti con Casa del Contemporaneo con il contributo della Regione Campania e di Film Commission Regione Campania, in collaborazione con Museo Madre, Studio Trisorio e Zona Rosa. Raffaela Mariniello è nata a Napoli dove vive e lavora. Si accosta alla fotografia all’inizio degli anni Ottanta collaborando con un’agenzia di fotogiornalismo, per approdare poi all’ambito artistico. La sua ricerca è indirizzata verso tematiche sociali e culturali e viene declinata con uno sguardo volto al paesaggio urbano e
alla relazione che l’uomo riesce a istaurare con esso. Nel 1991 realizza Bagnoli, una fabbrica, lavoro fotografico che costituisce un’importante testimonianza storica sull’acciaieria di Napoli prima della sua dismissione. Un paesaggio postindustriale è anche quello ritratto nel ciclo Napoli veduta immaginaria del 2001.

Con la videoinstallazione Over and over del 2005, Mariniello combina il linguaggio della fotografia a quello del video, l’immagine fotografica diventa un fotogramma che ferma lo scorrere del tempo. Dagli anni Novanta Raffaela Mariniello ha esposto in mostre personali e collettive, in Italia e all’estero. La Deriva del Paisaje è la retrospettiva che le dedica l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid nel 2018, cui segue la partecipazione a residenze d’artista, a Barcellona nel 2018, poi in Costa d’Avorio nel 2019, per il progetto Under The Spell Of Africa, a cura di Adriana Rispoli. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche, tra cui: Bibliothèque National de Paris; Maison Européenne de la Photographie, Parigi; Fondazione per l’arte contemporanea Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Metropolitana di Napoli; Museo della Certosa di San Lorenzo, Padula; Museo MADRE, Napoli.

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